MANUFATTI SIMBOLO DI STRETTE RELAZIONI SOCIALI DALLA FINLANDIA DI 6000 ANNI FA

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Le “collane del migliore amico/amica“, dove ogni amico indossa la metà di un ciondolo a forma di cuore, potrebbe non essere solo un fenomeno moderno. Per decenni, gli studiosi hanno chiamato “anelli di ardesia” un tipo di manufatto in ardesia, appunto, modellato dai cacciatori-raccoglitori nella Finlandia del IV millennio a.C.

Molti esempi di “anelli” sono stati rinvenuti rotti e non formerebbero cerchi completi, quindi i ricercatori hanno ipotizzato che avessero subito la frattura causata dal passare del tempo. Marja Ahola, archeologa dell’Università di Helsinki, afferma che l’archeologia si occupa di un’immagine frammentata del passato e gli studiosi moderni hanno la tendenza a considerare accidentale la frammentazione dei manufatti soprattutto preistorici

La Ahola, insieme a Elisabeth Holmqvist, sempre dell’Università di Helsinki, e Petro Pesonen, dell’Università di Turku, ha esaminato 51 anelli frammentati e ha identificato modelli di usura che suggeriscono che in origine siano stati fissati ai vestiti o che fossero stati infilati fili in modo che potessero essere indossati come ciondoli. I ricercatori, dunque, ritengono che i manufatti possano essere stati rotti intenzionalmente e, secondo la Ahola, è intrigante la scoperte in base alla quale erano spesso frammentati anche quelli trovati nelle sepolture più ricche, lasciando seri dubbi sulla questione se la rottura fosse qualcosa di deliberato.

La Ahola ha scoperto che questi due frammenti della “collana del miglior amico” trovati a oltre 150 chilometri di distanza, nei siti di Nikkarinmäki e Hietaniemenkangas: i manufatti hanno esattamente lo stesso diametro e spessore, oltre a composizioni geochimiche identiche.

L’attenzione degli archeologi è, dunque, caduta sulla finitura dei frammenti, uno lavorato più finemente dell’altro: più lucido e aveva un foro per poter essere indossato, testimoniandone non solo la personalità del soggetto possessore e le diverse preferenze personali dei due individui ma anche l’unicità del manufatto suddiviso in due oggetti unici. Secondo la Ahola, l’oggetto sarebbe stato rotto intenzionalmente e poi ogni individuo ne avrebbe preso una parte come simbolo della propria connessione con l’altro, restituendoci una rara possibilità di avvicinarsi davvero a individui che vivevano circa seimila anni fa.

Un’analisi della fluorescenza a raggi X (XRF) sui 51 ornamenti ad anello in ardesia ha dimostrato che alcuni frammenti sono stati importati dalla regione del lago Onega, in Russia, a centinaia di chilometri dal sito in cui sono stati trovati, attraverso un’ampia rete di scambi commerciali. Le analisi XRF possono essere utilizzate per determinare le concentrazioni di elementi e le materie prime di materiali archeologici inorganici con una precisione molto elevata. La tecnica può essere applicata come analisi superficiale del tutto non invasiva, perfettamente adatta allo studio di oggetti archeologici.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Journal of Archaeological Method and Theory .

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Università di Helsinki

Manufatti in oro

Source: danielemancini-archeologia.it

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