NUOVE TECNOLOGIE A BENEFICIO DELL’ARTE RUPESTRE PREISTORICA

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Nuovi dettagli del nostro passato stanno venendo alla luce, nascosti negli angoli più nascosti del mondo, mentre si perfezionano le moderne tecnologie per studiarli. Tra le migliori fino a oggi c’è la ricostruzione dell’evoluzione dell’umanità dalle nostre origini africane, circa 300.000 anni fa, attraverso l’analisi del nostro DNA vivente e fossile, attraverso l’intrigante studio delle biomolecole.

L’analisi digitale di arte rupestre sulle superfici rocciose, invece, rivela come altri fantasmi del profondo passato, questa volta ascrivibili a quasi 2000 anni fa in Nord America, sono stati portati alla luce. Jan Simek, dell’Università del Tennessee, coadiuvata da altri colleghi, ha pubblicato, sulla rivista Antiquity , alcune immagini di glifi giganti scolpiti nella superficie fangosa del soffitto basso di una grotta in Alabama.

I motivi, che raffigurano forme umane e animali, sono alcune delle più grandi immagini di arte rupestre conosciute in Nord America e potrebbero rappresentare gli spiriti degli inferi. In un’immagine, una raffigurazione di un serpente a sonagli diamondback, un rettile sacro agli indigeni nel sud-est degli Stati Uniti, si estende per quasi 3 metri di lunghezza. In altra immagine, è raffigurata una figura umana di poco più di 1,8 m di lunghezza.

Le rappresentazioni sarebbero state realizzate alla luce di una torcia di bambù americano, mettendola contro il muro della grotta: questa operazioni avrebbe lasciato un residuo che i ricercatori sono stati in grado di datare con il radiocarbonio al 133–433 d.C., in linea con la datazione dei frammenti di ceramica che gli antichi artisti hanno lasciato nella grotta.

A causa dela basso soffitto della grotta, solo 60 cm, le immagini sono state rivelate solo attraverso la fotogrammetria, tecnica in cui migliaia di fotografie sovrapposte di un oggetto o luogo sono prese da diverse angolazioni e combinate digitalmente in 3D. La fotogrammetria è una tecnica economica sempre più utilizzata in archeologia per registrare manufatti, edifici, paesaggi e grotte. Ha permesso al team di Simek di “abbassare” il pavimento della caverna  per visualizzare, per la prima volta, le rappresentazioni di arte rupestre americana.

L’arte rupestre è stata rinvenuta in quasi tutti i continenti e la prima risalirebbe ad almeno 64.000 anni or sono. È probabile che conosciamo solo una piccola percentuale dell’arte rupestre creata in passato perché i pigmenti utilizzati possono opacizzare e scomparire; le incisioni possono sgretolarsi e le pareti delle caverne possono collassare lasciando che gli “intonaci” di depositi di carbonato o fango scompaiano.

L’arte rupestre nella zona più oscura e ancestrale delle grotte è stata scoperta in Nord America solo nel 1979, più di un secolo dopo la sua scoperta in Europa (ad Altamira, nel nord della Spagna). È noto che circa 500 grotte europee contengono arte rupestre databili tra 2,6 milioni e 11.700 anni fa.

Un esempio fondamentale per la ricerca è venuto alla luce solo attraverso la manipolazione digitale delle immagini che ne abbiamo ricavato. Ad esempio, dalla Grotta di Maltravieso (Estremadura, Spagna occidentale) non era immediatamente evidente la rappresentazione quando il team era impegnato nella ricerca di raffigurazioni da studiare.

La raffigurazione, oscurato dall’accumulo di depositi di carbonato di calcio, dopo aver fotografato l’area e quindi utilizzato un software di miglioramento dell’immagine digitale, ha rivelato molto chiaramente la forma di una mano, rimasto sconosciuto nonostante 70 anni di studio intensivo nella grotta.

Le incisioni leggere, una tecnica pleistocenica molto comune, sono notoriamente difficili da vedere. Parti di esse possono venire alla luce usando la luce che brilla ad un angolo obliquo, denominata a luce radente. Con una tecnica nota come imaging di trasformazione della riflettanza (RTI), simile alla fotogrammetria, i modelli 3D possono essere illuminati da qualsiasi angolazione. Questi possono rivelare immagini molto più complete e complesse, come un bisonte inciso in una grotta a El Castillo, nel nord della Spagna.

Le future ricerche archeologiche per l’arte rupestre trarranno probabilmente vantaggio dai recenti sviluppi nella sicurezza aeroportuale. Gli scanner per tutto il corpo utilizzano una luce a frequenza infrarossa che penetra in modo sicuro nei vestiti per rivelare armi nascoste o contrabbando e tecniche simili sono state utilizzate per “vedere attraverso” strati di “intonaco preistorico” fino ai dipinti sottostanti. Quando questi scanner diventeranno abbastanza piccoli ed economici da poter essere trasportati nelle caverne,  altri fantasmi verranno alla luce…

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: The Conversation

Source: danielemancini-archeologia.it

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