Un team di archeologi e ricercatori guidato da Jodi Magness, dell’Università della Carolina del Nord, ha recentemente portato alla luce, nella Bassa Galilea israeliana, nuovi mosaici di quasi 1.600 anni in un’antica sinagoga ebraica, a Huqoq, dopo il celebre mosaico “delle spie”. Le scoperte fatte quest’anno includono la prima rappresentazione conosciuta dei personaggi biblici femminili Debora e Jael, descritte nel libro dei Giudici.

L’Huqoq Excavation Project  è alla sua decima stagione e la Magness e Dennis Mizzi, dell’Università di Malta, si sono concentrati sulla sezione sud-ovest della sinagoga eretta tra la fine del IV e l’inizio del V secolo d.C.

In questa stagione, il team del progetto ha portato alla luce una parte del pavimento della sinagoga decorata con un grande pannello a mosaico diviso in tre registri che raffigura un episodio del libro dei Giudici, capitolo 4, la vittoria delle forze israelite guidate dalla profetessa e giudice Debora e dal comandante militare Barak sull’esercito cananeo guidato dal generale Sisera.

La Bibbia racconta che dopo la battaglia Sisera si rifugiò nella tenda di una donna chenita di nome Jael che lo uccise conficcandogli un palo della tenda mentre dormiva. Il registro più alto del mosaico di Huqoq appena scoperto mostra Debora sotto una palma, che guarda Barak, che è dotato di uno scudo. Si conserva solo una piccola parte del registro centrale, che sembra mostrare Sisera seduto.

La Magnes conferma che questa è la prima rappresentazione di questo episodio e la prima volta che sono rappresentate Deborah e Jael nell’arte ebraica, episodio che potrebbe essere stato ambientato proprio nella zona di Huqoq, il territorio delle tribù di Neftali e Zebulon.

I mosaici sono stati scoperti per la prima volta nel sito nel 2012 e il lavoro è continuato ogni estate fino alle vicende pandemiche. I mosaici esposti nelle ultime 10 stagioni di lavoro attive coprono le navate laterali e la sala principale della sinagoga.

Le scoperte lungo la navata orientale includono:

  • Pannelli raffiguranti Sansone e le volpi (come raccontato in Giudici 15:4).
  • Sansone che porta sulle spalle la porta di Gaza (Giudici 16:3).
  • Un’iscrizione ebraica circondata da figure umane, animali e creature mitologiche inclusi putti o amorini.
  • La prima storia non biblica decorazione di un’antica sinagoga raffigurante il leggendario incontro tra Alessandro Magno e il sommo sacerdote ebreo.

Il pavimento musivo della navata nord è suddiviso in due file di pannelli contenenti figure e oggetti accompagnati da iscrizioni ebraiche che li identificano come storie bibliche, tra cui:

  • il citato pannello raffigura due delle spie inviate da Mosè per esplorare Canaan portando un palo con un grappolo d’uva, etichettato “un palo tra due” (da Numeri 13,23).
  • Un altro pannello raffigurante un uomo che conduce un animale su una fune è accompagnato dalla scritta “un bambino li condurrà” (Isaia 11:6).

I pannelli a mosaico nella navata, o salone principale, comprendono:

  • Un ritratto dell’Arca di Noè.
  • La separazione del Mar Rosso.
  • Un ciclo di Helios-zodiaco.
  • Giona viene inghiottito da tre pesci successivi.
  • La costruzione della Torre di Babele.

Nel 2019, il team ha scoperto pannelli nella navata nord che incorniciano figure di animali identificati da un’iscrizione aramaica come le quattro bestie che rappresentano quattro regni nel libro di Daniele, capitolo 7. Un grande pannello nella navata nord-ovest raffigura Elim, il luogo in cui gli israeliti si accamparono presso 12 sorgenti e 70 palme da dattero dopo aver lasciato l’Egitto e aver vagato nel deserto senza acqua (Esodo 15:27).

Nel XIV secolo d.C. (periodo mamelucco), la sinagoga fu ricostruita e ampliata di dimensioni, forse in connessione con l’ascesa di una tradizione secondo cui la tomba di Abacuc si trovava nelle vicinanze e divenne un punto focale del pellegrinaggio ebraico del tardo medioevo, facendone la prima sinagoga del periodo mamelucco.

I mosaici sono stati rimossi dal sito per motivi di conservazione e le aree scavate sono state colmate mentre gli scavi continueranno anche nell’estate 2023.

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Università della Carolina del Nord